RENATO DULBECCO
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Title
RENATO DULBECCO
Creator
Tommaso Manzini
Contributor
Tommaso Manzini
Scienziati Item Type Metadata
Nome completo
Renato Dulbecco
Luogo e data di nascita
Catanzaro, 22 febbraio 1914
Luogo e data di morte
La Jolla, California, Stati Uniti 19 febbraio 2012
Biografia
Un pioniere della lotta contro il cancro e tra i massimi cervelli che l'Italia abbia conosciuto, si dedicò per ottant'anni alla ricerca scientifica e alla cura delle malattie genetiche. Nato a Catanzaro nel 1914. A 22 anni si laureò in Medicina all'Università di Torino e iniziò l'attività di ricerca all'Istituto di Anatomia di Giuseppe Levi, dove collaborò e strinse solida amicizia con Rita Levi-Montalcini. Undici anni dopo, nel '47, lascia l'Italia per gli Usa.
La sua lunga carriera ha dato grande impulso alla medicina personalizzata e alla possibilità di dare a ogni paziente il farmaco giusto. Era un preveggente, una persona rigorosa ma di grande gentilezza.
Negli Stati Uniti Dulbecco studia i "fagi", virus batteriofagi, i meccanismi cellulari che riparano il Dna quando è danneggiato da radiazioni. Viene poi chiamato al California Institute of Technology dove diventa professore ordinario e si dedica allo studio dei virus di origine animale. Molti i successi di una carriera lunghissima: nel 1955 isolò il primo mutante del virus della poliomielite, che servirà a Sabin per la preparazione del vaccino.
Cinque anni dopo iniziò ad interessarsi della ricerca oncologica, studiando virus animali che provocano fenomeni di alterazione delle cellule e che determinano forme di cancro invece di provocare la morte delle cellule stesse. Scopre anche che il Dna del virus viene incorporato nel materiale genetico cellulare, per cui diventa quasi come un gene nella cellula medesima. Questo lo portò a ottenere prestigiosi riconoscimenti, come la laurea honoris causa dall'Università di Yale.
Nel 1972 ebbe una breve parentesi londinese, allo Imperial Cancer Research Fund, dove continuò gli studi di oncologia. Per questi studi e per le sue scoperte in materia di interazione tra virus tumorali e materiale genetico della cellula nel 1975 gli venne conferito il premio Nobel per la medicina. Furono i suoi lavori sui virus oncogeni, che riuscivano cioè a trasformare una cellula sana in una cellula tumorale, a portarlo al Nobel.
Tornato negli Stati Uniti, nel 1986 Dulbecco lanciò la sua ultima grande impresa: identificare tutti i geni delle cellule umane e il loro ruolo, per comprendere e combattere concretamente lo sviluppo del cancro: è il "progetto genoma". Scomparve nel febbraio 2012 a La Jolla, in California.
La sua lunga carriera ha dato grande impulso alla medicina personalizzata e alla possibilità di dare a ogni paziente il farmaco giusto. Era un preveggente, una persona rigorosa ma di grande gentilezza.
Negli Stati Uniti Dulbecco studia i "fagi", virus batteriofagi, i meccanismi cellulari che riparano il Dna quando è danneggiato da radiazioni. Viene poi chiamato al California Institute of Technology dove diventa professore ordinario e si dedica allo studio dei virus di origine animale. Molti i successi di una carriera lunghissima: nel 1955 isolò il primo mutante del virus della poliomielite, che servirà a Sabin per la preparazione del vaccino.
Cinque anni dopo iniziò ad interessarsi della ricerca oncologica, studiando virus animali che provocano fenomeni di alterazione delle cellule e che determinano forme di cancro invece di provocare la morte delle cellule stesse. Scopre anche che il Dna del virus viene incorporato nel materiale genetico cellulare, per cui diventa quasi come un gene nella cellula medesima. Questo lo portò a ottenere prestigiosi riconoscimenti, come la laurea honoris causa dall'Università di Yale.
Nel 1972 ebbe una breve parentesi londinese, allo Imperial Cancer Research Fund, dove continuò gli studi di oncologia. Per questi studi e per le sue scoperte in materia di interazione tra virus tumorali e materiale genetico della cellula nel 1975 gli venne conferito il premio Nobel per la medicina. Furono i suoi lavori sui virus oncogeni, che riuscivano cioè a trasformare una cellula sana in una cellula tumorale, a portarlo al Nobel.
Tornato negli Stati Uniti, nel 1986 Dulbecco lanciò la sua ultima grande impresa: identificare tutti i geni delle cellule umane e il loro ruolo, per comprendere e combattere concretamente lo sviluppo del cancro: è il "progetto genoma". Scomparve nel febbraio 2012 a La Jolla, in California.
Attestati
Scopre che il Dna del virus viene incorporato nel materiale genetico cellulare, per cui diventa quasi come un gene nella cellula medesima. Questo lo portò a ottenere laurea honoris causa dall'Università di Yale.
Riceve il Premio Nobel per la medicina.
Riceve il Premio Nobel per la medicina.
Pubblicazioni
Virologia, 1980;
Scienza e società oggi. La tentazione della paura, 1994.
I geni e il nostro futuro, 1995;
La mappa della vita, 2012.
Scienza e società oggi. La tentazione della paura, 1994.
I geni e il nostro futuro, 1995;
La mappa della vita, 2012.
Curiosità
Abile pianista e appassionato di musica classica, fu chiamato a condurre il Festival di Sanremo nel 1999 e l'intero cachet venne devoluto per la ricerca contro il cancro.
Riferimenti
www.repubblica.it
mondi.it
mondi.it
Collection
Citation
Tommaso Manzini, “RENATO DULBECCO,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed November 5, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/550.