Anethum graveolens
Dublin Core
Title
Anethum graveolens
Creator
Leonardo Bressan
Scheda botanica Item Type Metadata
Specie botanica
Anethum graveolens
Nome comune
Aneto, Aneto puzzolente, Finocchio fetido, Finocchio rizu
Etimologia
Il nome del genere deriva dal greco « anethon » (Anice), il quale deriva a sua volta dall'antico egitto. Questo termine può essere tradotto con “allontana i malori” in riferimento alle proprietà medicamentose. La pianta viene già menzionata con questo nome da Aristotele e da Teocrito, e negli scritti romani da Virgilio e da Plinio.
L'epiteto specifico dal latino 'gravis, -e', pesante, forte, e dal part. pres. 'olens' (<'olere'), odorante, per il forte odore aromatico della pianta.
L'epiteto specifico dal latino 'gravis, -e', pesante, forte, e dal part. pres. 'olens' (<'olere'), odorante, per il forte odore aromatico della pianta.
Ambiente
È una pianta originaria dell'Asia, che si è diffusa nell'Europa meridionale; è coltivata in molti paesi, fra cui l'Italia, dove è qua e là inselvatichita. Viene spesso coltivata negli orti, da cui a volte sfugge in ambienti disturbati presso gli abitati, su suoli piuttosto freschi, al di sotto della fascia montana. L'habitat tipico sono gli incolti e orti (coltivi utilitari). Si trova anche nelle regioni meridionali della Romania (es. Calafat, Dolj). Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.
Caratteri botanici
TRONCO – Alto 20-80(100) cm, eretto, semplice, fistoloso, striato longitudinalmente, con poche ramificazioni ascellari in alto e senza guaine ingrossate alla base.
FOGLIE – Foglie alterne, flaccide, di verde scuro, a contorno deltoide o romboidale, le foglie superiori decrescenti, sessili sulle guaine, bi-pennatosette con divisioni filiformi; piccioli prolungati alla base in una guaina strettamente abbracciante il fusto, lunga 10-20 mm, membranacea ai margini, con un piccolo appendice liguliforme all'interno.
FIORI – I fiori sono piccoli di colore giallognolo (giallo-verdastro). Sono ermafroditi, attinomorfi, 4-ciclici (a 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo), pentameri (i vari verticilli sono composti da 5 elementi ciascuno). La dimensione del fiore è di 2 mm. I petali della corolla sono minuscoli (la funzione vessillifera è svolta da tutta l'infiorescenza), arrotondati all'apice; sono ripiegati all'indietro e sono bilobi; sono glabri e non sono cigliati. Appassiscono velocemente. I carpelli sono due con ovario infero biloculare. La parte superiore del pistillo è formato da due stili liberi e divergenti all'apice, mentre alla base sono ingrossati in un cuscinetto (chiamato stilopodio) nettarifero e persistente alla fruttificazione. Fioriscono da luglio a settembre.
FRUTTI – Diacheni ovali, brunastri, lenticolari-convessi e compressi, lunghi 4-6 mm, con 3 coste dorsali prominenti e con 2 coste laterali ciascuno formanti una sottile ala membranacea di circa 0,5 mm.
FOGLIE – Foglie alterne, flaccide, di verde scuro, a contorno deltoide o romboidale, le foglie superiori decrescenti, sessili sulle guaine, bi-pennatosette con divisioni filiformi; piccioli prolungati alla base in una guaina strettamente abbracciante il fusto, lunga 10-20 mm, membranacea ai margini, con un piccolo appendice liguliforme all'interno.
FIORI – I fiori sono piccoli di colore giallognolo (giallo-verdastro). Sono ermafroditi, attinomorfi, 4-ciclici (a 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo), pentameri (i vari verticilli sono composti da 5 elementi ciascuno). La dimensione del fiore è di 2 mm. I petali della corolla sono minuscoli (la funzione vessillifera è svolta da tutta l'infiorescenza), arrotondati all'apice; sono ripiegati all'indietro e sono bilobi; sono glabri e non sono cigliati. Appassiscono velocemente. I carpelli sono due con ovario infero biloculare. La parte superiore del pistillo è formato da due stili liberi e divergenti all'apice, mentre alla base sono ingrossati in un cuscinetto (chiamato stilopodio) nettarifero e persistente alla fruttificazione. Fioriscono da luglio a settembre.
FRUTTI – Diacheni ovali, brunastri, lenticolari-convessi e compressi, lunghi 4-6 mm, con 3 coste dorsali prominenti e con 2 coste laterali ciascuno formanti una sottile ala membranacea di circa 0,5 mm.
Usi
Anethum graveolens contiene tannini, resine, mucillagini ed oli essenziali (carvone, anetolo, limonene) che conferiscono soprattutto ai frutti funzioni aromatizzanti e medicinali.
Ha proprietà aromatiche, digestive, carminative, diuretiche, antispasmodiche e antiinfiammatorie. Le proprietà sono simili a quelle del finocchio selvatico, è per questo conosciuto anche con i nomi di finocchio fetido e finocchio rizu. Gli infusi di aneto sono usati tradizionalmente per stimolare la secrezione lattea. Come erba alimentare e medicinale era già conosciuta dagli antichi egizi, greci e romani e si diffuse durante il Medioevo nel resto dell'Europa ed è diventata molto popolare nei paesi orientali, in Germania e soprattutto in Scandinavia.
Le foglie si utilizzano prevalentemente fresche per aromatizzare insalate, minestre, crauti (sauerkraut), salse da pesci, salmone marinato salato (gravlax), patate lessate, uova, ecc. I frutti hanno un aroma diverso da quello delle foglie, esso è più pungente e amarognolo, simile al carvi o kümmel (Carum carvi), e vengono adoperati insieme alle infruttescenze immature verdi per profumare cetrioli sott'aceto, l'aceto, salse e conserve. I semi servono per profumare i liquori e le confetture. Dai semi si ricava anche un olio (Olio di aneto).
Ha proprietà aromatiche, digestive, carminative, diuretiche, antispasmodiche e antiinfiammatorie. Le proprietà sono simili a quelle del finocchio selvatico, è per questo conosciuto anche con i nomi di finocchio fetido e finocchio rizu. Gli infusi di aneto sono usati tradizionalmente per stimolare la secrezione lattea. Come erba alimentare e medicinale era già conosciuta dagli antichi egizi, greci e romani e si diffuse durante il Medioevo nel resto dell'Europa ed è diventata molto popolare nei paesi orientali, in Germania e soprattutto in Scandinavia.
Le foglie si utilizzano prevalentemente fresche per aromatizzare insalate, minestre, crauti (sauerkraut), salse da pesci, salmone marinato salato (gravlax), patate lessate, uova, ecc. I frutti hanno un aroma diverso da quello delle foglie, esso è più pungente e amarognolo, simile al carvi o kümmel (Carum carvi), e vengono adoperati insieme alle infruttescenze immature verdi per profumare cetrioli sott'aceto, l'aceto, salse e conserve. I semi servono per profumare i liquori e le confetture. Dai semi si ricava anche un olio (Olio di aneto).
Storia e leggende
Questa pianta, originaria del bacino mediterraneo, è stata utilizzata da diverse civiltà: dai popoli Ebraici quale ortaggio; dagli Egizi da più di 5.000 anni, come pianta medicinale; dai Greci e i Romani per il suo profumo e le sue virtù medicinali.
È anche menzionata nel Vangelo secondo Matteo:
« Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'aneto e del cumino e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. »
È anche menzionata nel Vangelo secondo Matteo:
« Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'aneto e del cumino e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. »
Riferimenti
dryades.units.it
www.floraitaliae.actaplantarum.org
www.treccani.it
www.wikipedia.org
www.inerboristeria.com
www.floraitaliae.actaplantarum.org
www.treccani.it
www.wikipedia.org
www.inerboristeria.com
Collection
Citation
Leonardo Bressan, “Anethum graveolens,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed November 2, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/627.