Ipazia
Dublin Core
Title
Ipazia
Creator
Giulia Cocconcelli
Contributor
Giulia Cocconcelli
Scienziati Item Type Metadata
Nome completo
Ipazia
Luogo e data di nascita
Alessandria d'Egitto, 350/370
Luogo e data di morte
Alessandria d'Egitto, marzo 415
Biografia
Ipazia fu una studiosa greca antica, vissuta in epoca ellenistica, ad Alessandria d’Egitto. Nacque tra il 360 e il 370 d.C. e fu uccisa nel marzo 415 ad opera dei parabolani, membri di una setta della chiesa delle origini. Ella si mosse in vari campi della scienza: si interessò di matematica, astronomia e filosofia. In particolare era sostenitrice della filosofia neo-platonica, vale a dire la corrente di pensiero sviluppatasi durante l’epoca ellenistica, che attribuiva una definita interpretazione alle parole del filosofo Platone.
Ipazia era stata introdotta allo studio delle scienze, con tutta probabilità, dal padre Teone, insegnante e studioso di Alessandria. Infatti la donna seguì le orme del genitore, diventando anch’essa insegnante nel Serapeo della città. Nel 393 era a capo della scuola di Alessandria.
Le uniche testimonianze sul conto della donna giunte sino a noi, sono contunute in uno scritto, elaborato dall’allievo di Ipizia: Sinosio. nell’opera Sinosio riporta gli studi compiuti dalla propria maestra. Rimangono però incerti i meriti di Ipazia, in quanto, non essendo in possesso di alcuna delle sue opere, non è possibile stabilire con certezza gli studi che condusse nel campo dell’astronomia e della matematica.
Verosimilmente Ipazia scrisse e commentò varie opere nel corso della sua vita: le fonti antiche le attribuiscono sicuramente un commentario a un'opera di Diofanto di Alessandria, matematico considerato padre dell’algebra, scrittore dell'Arithmetica, un commentario alle Coniche di Apollonio di Perga, famoso geometra, ed infine un commento alle Tavole di Tolomeo. È dubbio se ella abbia composto anche un'opera originale sull'astronomia.; si ipotizza un Canone astronomico. Tuttavia dagli scritti di Sinosio emerge come l’astrolabio, strumento che anticamente veniva utilizzato per calcolare la posizione dei corpi celesti o per stabilire l’ora locale (conoscendo la latitudine), sia stato costruito seguendo i consignli e le indicazioni di Ipazia. Fu ideato da Ipazia anche l’Aerometro, strumento che determina i gradi della rarefazione o condensazione di un dato volume d’aria. Per finire ella inventò l’Idroscopio, il quale indica il peso.
Analoghe difficoltà presenta la ricostruzione del pensiero filosofico di Ipazia. In assenza di opere autografe e di riferimenti espliciti occorre fare ancora riferimento agli scritti del suo allievo Sinesio. Fortunatamente il pensiero di Sinesio non si è mai staccato da quello di Ipazia. É dunque possibile ricostruire con una buona approssimazione ciò che per la studiosa era la filosofia e quale idea avesse di quest’ultima. Gli scritti del devoto allievo ci suggeriscono che il pensiero della donna seguisse la corrente del neoplatonismo. Ma la sua visione di quest’ultimo si distingueva sia dal neoplatonismo orientaleggiante, in nome di un certo razionalismo, sia dal neoplatonismo polemicamente anticristiano della scuola ateniese, decretando una certa neutralità nei confronti del cristianesimo. Ipazia viene ricordata in molti scritti come fine oratrice e grande pensatrice, specialmente le si attribuiva il merito di insegnare pubblicamente la filosofia per le strade di Alessandria (demosia), oltre che insegnarla in riunioni private (Idia). Dalle testimonianze degli storici antichi ci viene descritto come Ipazia fosse dedita all’insegnamento della filosofia per le strade e di come chiarisse alla gente del volgo i difficili concetti che caratterizzavano i pensieri dei filosofi come Platone. Questo sua dedizione all’insegnamento la farà accusare di crimini di calunnia e di pratica di arti magiche. Infatti la sua fine si colloca durante la fase di transito nella quale Alessandria divenne da città di culto pagano a città di religione cristiana.
I cristiani accusarono dunque Ipazia di aver sedotto con arti magiche un prefetto, affinché perseguitasse un vescovo, definendola così una strega. Successivamente il vescovo istigherà i parabolani a tendere un agguato alla filosofa. La sua uccisione venne usata all’epoca come avvertimento ai pagani che ancora occupavano alcuni posti di spicco nell’amministrazione della città e che tentavano di mantenere in vita la cultura ellenica.
Nonostante ciò, in epoca Illuminista, la figura di Ipazia venne ripresa e riportata in opere scritte e nell’arte, venendo ricordata come martire laica del pensiero scentifico e della libertà di pensiero e come vittima del fanatismo religioso.
Ipazia era stata introdotta allo studio delle scienze, con tutta probabilità, dal padre Teone, insegnante e studioso di Alessandria. Infatti la donna seguì le orme del genitore, diventando anch’essa insegnante nel Serapeo della città. Nel 393 era a capo della scuola di Alessandria.
Le uniche testimonianze sul conto della donna giunte sino a noi, sono contunute in uno scritto, elaborato dall’allievo di Ipizia: Sinosio. nell’opera Sinosio riporta gli studi compiuti dalla propria maestra. Rimangono però incerti i meriti di Ipazia, in quanto, non essendo in possesso di alcuna delle sue opere, non è possibile stabilire con certezza gli studi che condusse nel campo dell’astronomia e della matematica.
Verosimilmente Ipazia scrisse e commentò varie opere nel corso della sua vita: le fonti antiche le attribuiscono sicuramente un commentario a un'opera di Diofanto di Alessandria, matematico considerato padre dell’algebra, scrittore dell'Arithmetica, un commentario alle Coniche di Apollonio di Perga, famoso geometra, ed infine un commento alle Tavole di Tolomeo. È dubbio se ella abbia composto anche un'opera originale sull'astronomia.; si ipotizza un Canone astronomico. Tuttavia dagli scritti di Sinosio emerge come l’astrolabio, strumento che anticamente veniva utilizzato per calcolare la posizione dei corpi celesti o per stabilire l’ora locale (conoscendo la latitudine), sia stato costruito seguendo i consignli e le indicazioni di Ipazia. Fu ideato da Ipazia anche l’Aerometro, strumento che determina i gradi della rarefazione o condensazione di un dato volume d’aria. Per finire ella inventò l’Idroscopio, il quale indica il peso.
Analoghe difficoltà presenta la ricostruzione del pensiero filosofico di Ipazia. In assenza di opere autografe e di riferimenti espliciti occorre fare ancora riferimento agli scritti del suo allievo Sinesio. Fortunatamente il pensiero di Sinesio non si è mai staccato da quello di Ipazia. É dunque possibile ricostruire con una buona approssimazione ciò che per la studiosa era la filosofia e quale idea avesse di quest’ultima. Gli scritti del devoto allievo ci suggeriscono che il pensiero della donna seguisse la corrente del neoplatonismo. Ma la sua visione di quest’ultimo si distingueva sia dal neoplatonismo orientaleggiante, in nome di un certo razionalismo, sia dal neoplatonismo polemicamente anticristiano della scuola ateniese, decretando una certa neutralità nei confronti del cristianesimo. Ipazia viene ricordata in molti scritti come fine oratrice e grande pensatrice, specialmente le si attribuiva il merito di insegnare pubblicamente la filosofia per le strade di Alessandria (demosia), oltre che insegnarla in riunioni private (Idia). Dalle testimonianze degli storici antichi ci viene descritto come Ipazia fosse dedita all’insegnamento della filosofia per le strade e di come chiarisse alla gente del volgo i difficili concetti che caratterizzavano i pensieri dei filosofi come Platone. Questo sua dedizione all’insegnamento la farà accusare di crimini di calunnia e di pratica di arti magiche. Infatti la sua fine si colloca durante la fase di transito nella quale Alessandria divenne da città di culto pagano a città di religione cristiana.
I cristiani accusarono dunque Ipazia di aver sedotto con arti magiche un prefetto, affinché perseguitasse un vescovo, definendola così una strega. Successivamente il vescovo istigherà i parabolani a tendere un agguato alla filosofa. La sua uccisione venne usata all’epoca come avvertimento ai pagani che ancora occupavano alcuni posti di spicco nell’amministrazione della città e che tentavano di mantenere in vita la cultura ellenica.
Nonostante ciò, in epoca Illuminista, la figura di Ipazia venne ripresa e riportata in opere scritte e nell’arte, venendo ricordata come martire laica del pensiero scentifico e della libertà di pensiero e come vittima del fanatismo religioso.
Attestati
-Contribuì alla costruzione dell' Astrolabio, antico strumento usato per calcolare la posizione dei corpi celesti;
-Ideò l' Aerometro, strumento che determina i gradi della rarefazione o condesazione di un dato volume d'aria;
-Inventò l' Idroscopio, strumento che indica il peso;
- insegnò e diffuse la filosofia per le strade di Alessandria, tenendo conferenze private (Idia) o pubbliche (demosia).
-Ideò l' Aerometro, strumento che determina i gradi della rarefazione o condesazione di un dato volume d'aria;
-Inventò l' Idroscopio, strumento che indica il peso;
- insegnò e diffuse la filosofia per le strade di Alessandria, tenendo conferenze private (Idia) o pubbliche (demosia).
Pubblicazioni
-Commento all'Arithmetica (Diofano di Alessandria);
-Commento alle Coniche (Apollonio di Perga);
-Commento alle Tavole (Tolomeo).
-Commento alle Coniche (Apollonio di Perga);
-Commento alle Tavole (Tolomeo).
Curiosità
Figlia di uno studioso di Alessandria, ella sarà come il padre a capo della famosa biblioteca.
Riferimenti
https://it.wikipedia.org/wiki/Ipazia
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/ipazia/
https://www.donnenellascienza.it/protagoniste/protagoniste-di-ieri/ipazia-dalessandria/scoperte-e-meriti/
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/ipazia/
https://www.donnenellascienza.it/protagoniste/protagoniste-di-ieri/ipazia-dalessandria/scoperte-e-meriti/
Collection
Citation
Giulia Cocconcelli, “Ipazia,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed November 21, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/911.