ANGELO SECCHI
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Title
ANGELO SECCHI
Creator
Daniele Perez
Contributor
Daniele Perez
Scienziati Item Type Metadata
Nome completo
Angelo Secchi
Luogo e data di nascita
Reggio Emilia, 28 giugno 1818
Luogo e data di morte
Roma, 26 febbraio 1878
Biografia
Angelo Secchi nacque da Giacomo Antonio e Lucia Belgieri, primo di due figli. In gioventù frequentò il ginnasio di Reggio, diretto dai gesuiti e la sua istruzione fu sicuramente di tipo classico. Finiti gli studi al ginnasio, Secchi decise di entrare a far parte della Compagnia di Gesù. Il noviziato lo trascorse principalmente a Roma, proseguendo i suoi studi al Collegio Romano. A causa delle complicate vicende politiche di Roma nel 1848, Angelo Secchi e i suoi confratelli furono costretti a emigrare, finendo infine a Washington D.C. la sua brillante carriera astronomica iniziò quando padre Curley, direttore dell’osservatorio della Georgetown University, lo assunse come assistente. Il cardinale Pietro Maffi scrisse: “Forse senza l'esilio il padre Secchi non sarebbe stato il padre Secchi”. Alla fine i gesuiti poterono tornare a Roma. Al ritorno in patria nel 1849, accettò l’incarico di Direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano, vacante dopo la morte di De Vico.
Una volta incaricato della direzione dell'Osservatorio, Secchi si preoccupò, innanzi tutto, di rinnovarne la strumentazione. Grazie alla somma lasciata in eredità dai familiari al suo assistente Paolo Rosa e messa a disposizione dell'Osservatorio, Secchi acquistò un telescopio equatoriale Merz di 22 cm di apertura, uno dei più grandi allora esistenti in Italia.
Come direttore dell’osservatorio del collegio romano padre Secchi si occupò di magnetismo, meteorologia e misure geodetiche. Nel 1876 fu premiato all’esposizione universale di Parigi da Napoleone III in persona, per il suo Meteorografo. Riuscì inoltre a collegare Roma con gli altri meridiani principali.
Partecipò alle spedizioni scientifiche che osservarono le eclissi totali di sole del 1860 e del 1870, rispettivamente in Spagna ed in Sicilia; nel 1869 collaborò con la Commissione geodetica italiana per la Misura del Meridiano Centrale Europeo e, negli anni 1870-72, prese parte ai lavori della Commissione internazionale per la definizione del Metro Standard.
Appassionato di archeologia e di paleontologia, non mancò di dare contributi in queste discipline, con la pubblicazione di alcuni opuscoli e memorie, riguardanti gli scavi di Campomarzio, il sarcofago di s. Pietro in Vincoli, l'attività vulcanica nei Monti Lepini.
Nel campo della fisica, il principale contributo di Secchi fu la stesura del trattato Sull'unità delle forze fisiche (1864), con il quale egli si proponeva di far conoscere in Italia le più moderne teorie sull'etere e sulla cinetica dei gas.
Partecipò alle spedizioni scientifiche che osservarono le eclissi totali di sole del 1860 e del 1870, rispettivamente in Spagna ed in Sicilia; nel 1869 collaborò con la Commissione geodetica italiana per la Misura del Meridiano Centrale Europeo e, negli anni 1870-72, prese parte ai lavori della Commissione internazionale per la definizione del Metro Standard.
La propensione principale di Secchi però non fu né la meteorologia né le misure geodetiche, bensì l’astronomia, e specialmente l’apertura all’astrofisica.
Nel periodo storico in cui le scoperte spettroscopiche venivano interpretate e giustificate teoricamente, Secchi ebbe l'opportunità di dirigere un Osservatorio famoso, senza dover rispondere pressoché a nessuno
Le scoperte di astrofisica sulle stelle e il rinvenimento nelle stelle di materiali presenti sulla terra indussero Secchi a concepire una trattazione unitaria dei fenomeni e delle forze naturali a scala universale.
Dalla distribuzione dei colori e delle linee scure di assorbimento egli determinò la composizione chimica dell'atmosfera solare e delle stelle. Egli distinse diverse classi spettrali. In questo campo Secchi può essere considerato un pioniere in particolare per l'analisi spettroscopica e la classificazione stellare su base spettroscopica.
Egli studiò anche la penetrazione della luce nell'acqua del Mar Mediterraneo; per questo esperimento creò un apposito strumento (detto disco di Secchi), che trova ancora applicazione oggigiorno nella limnologia.
Secchi disegnò nel 1858 una delle prime mappe di Marte, nella quale chiamò Syrtis Major il cosiddetto canale atlantico
Secchi scoprì che la radiazione luminosa, termica e chimica al centro del disco solare è quasi il doppio di quella al lembo; osservò la struttura della fotosfera solare osservando sistematicamente le macchie solari; scoprì la struttura granulare della fotosfera; studiando le macchie solari riuscì a misurarne la profondità, a osservarne la composizione chimica (eruzioni metalliche) e la loro disposizione sul disco solare.
L'opera senz'altro più importante nell'astrofisica di padre Angelo Secchi è la classificazione delle stelle secondo il tipo spettrale.
Nel 1871 fondò, assieme agli astronomi Pietro Tacchini e Lorenzo Respighi, la Società degli Spettroscopisti Italiani, che trasformatasi nel 1920 esiste tuttora con il nome di Società Astronomica Italiana (SAIt).
È stato scritto da più parti che l'attività scientifica di Secchi «[sembra] rappresentare piuttosto l'operosità di un corpo scientifico che quella di un solo individuo» (Carrara, 1903, p. 30), tanto vasta fu la sua produzione scientifica ed il suo interesse per le varie discipline.
Una volta incaricato della direzione dell'Osservatorio, Secchi si preoccupò, innanzi tutto, di rinnovarne la strumentazione. Grazie alla somma lasciata in eredità dai familiari al suo assistente Paolo Rosa e messa a disposizione dell'Osservatorio, Secchi acquistò un telescopio equatoriale Merz di 22 cm di apertura, uno dei più grandi allora esistenti in Italia.
Come direttore dell’osservatorio del collegio romano padre Secchi si occupò di magnetismo, meteorologia e misure geodetiche. Nel 1876 fu premiato all’esposizione universale di Parigi da Napoleone III in persona, per il suo Meteorografo. Riuscì inoltre a collegare Roma con gli altri meridiani principali.
Partecipò alle spedizioni scientifiche che osservarono le eclissi totali di sole del 1860 e del 1870, rispettivamente in Spagna ed in Sicilia; nel 1869 collaborò con la Commissione geodetica italiana per la Misura del Meridiano Centrale Europeo e, negli anni 1870-72, prese parte ai lavori della Commissione internazionale per la definizione del Metro Standard.
Appassionato di archeologia e di paleontologia, non mancò di dare contributi in queste discipline, con la pubblicazione di alcuni opuscoli e memorie, riguardanti gli scavi di Campomarzio, il sarcofago di s. Pietro in Vincoli, l'attività vulcanica nei Monti Lepini.
Nel campo della fisica, il principale contributo di Secchi fu la stesura del trattato Sull'unità delle forze fisiche (1864), con il quale egli si proponeva di far conoscere in Italia le più moderne teorie sull'etere e sulla cinetica dei gas.
Partecipò alle spedizioni scientifiche che osservarono le eclissi totali di sole del 1860 e del 1870, rispettivamente in Spagna ed in Sicilia; nel 1869 collaborò con la Commissione geodetica italiana per la Misura del Meridiano Centrale Europeo e, negli anni 1870-72, prese parte ai lavori della Commissione internazionale per la definizione del Metro Standard.
La propensione principale di Secchi però non fu né la meteorologia né le misure geodetiche, bensì l’astronomia, e specialmente l’apertura all’astrofisica.
Nel periodo storico in cui le scoperte spettroscopiche venivano interpretate e giustificate teoricamente, Secchi ebbe l'opportunità di dirigere un Osservatorio famoso, senza dover rispondere pressoché a nessuno
Le scoperte di astrofisica sulle stelle e il rinvenimento nelle stelle di materiali presenti sulla terra indussero Secchi a concepire una trattazione unitaria dei fenomeni e delle forze naturali a scala universale.
Dalla distribuzione dei colori e delle linee scure di assorbimento egli determinò la composizione chimica dell'atmosfera solare e delle stelle. Egli distinse diverse classi spettrali. In questo campo Secchi può essere considerato un pioniere in particolare per l'analisi spettroscopica e la classificazione stellare su base spettroscopica.
Egli studiò anche la penetrazione della luce nell'acqua del Mar Mediterraneo; per questo esperimento creò un apposito strumento (detto disco di Secchi), che trova ancora applicazione oggigiorno nella limnologia.
Secchi disegnò nel 1858 una delle prime mappe di Marte, nella quale chiamò Syrtis Major il cosiddetto canale atlantico
Secchi scoprì che la radiazione luminosa, termica e chimica al centro del disco solare è quasi il doppio di quella al lembo; osservò la struttura della fotosfera solare osservando sistematicamente le macchie solari; scoprì la struttura granulare della fotosfera; studiando le macchie solari riuscì a misurarne la profondità, a osservarne la composizione chimica (eruzioni metalliche) e la loro disposizione sul disco solare.
L'opera senz'altro più importante nell'astrofisica di padre Angelo Secchi è la classificazione delle stelle secondo il tipo spettrale.
Nel 1871 fondò, assieme agli astronomi Pietro Tacchini e Lorenzo Respighi, la Società degli Spettroscopisti Italiani, che trasformatasi nel 1920 esiste tuttora con il nome di Società Astronomica Italiana (SAIt).
È stato scritto da più parti che l'attività scientifica di Secchi «[sembra] rappresentare piuttosto l'operosità di un corpo scientifico che quella di un solo individuo» (Carrara, 1903, p. 30), tanto vasta fu la sua produzione scientifica ed il suo interesse per le varie discipline.
Riferimenti
Collection
Citation
Daniele Perez, “ANGELO SECCHI,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed November 21, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/989.