Armoracia rusticana
Dublin Core
Title
Armoracia rusticana
Creator
Cinzia Guerriero, Gaia Brancati, Anna Feleppa
Scheda botanica Item Type Metadata
Specie botanica
Armoracia rusticana
Nome comune
Barbaforte, Armuassa, Rafano rusticano, Cren, Jerbe cajarie (Friuli),
Etimologia
Il nome generico deriva dal latino ”armoricus” cioè “bretone”, infatti Armorica è una zona della Bretagna, dove la pianta veniva coltivata. Mentre rusticana, deriva forse dal latino rusticus con riferimento alla crescita disordinata e incolta della pianta.
Ambiente
Si trova prevalentemente nella zona padana e prealpina, dove cresce spontaneamente presso i corsi d’acqua e nei luoghi umidi in genere, in prossimità delle case e degli orti.
Caratteri botanici
FUSTO – alto fino a 80-100 cm, è semplice in basso e ramificato solo in alto.
FOGLIE – quelle basali sono lunghe fino a 80 cm, di cui 30 cm sono rappresentati dal picciolo; il lembo è ovale-oblungo con il margine semplicemente dentato o crenato oppure profondamente inciso in lobi oblunghi. Quelle del fusto variano da quelle inferiori, che sono pennatifide con i lobi lineari, a quelle superiori che sono intere o appena dentate e di forma ellittica o lanceolato-lineare.
FIORI – compaiono all’inizio dell’estate: sono piccoli fiori bianchi con quattro petali disposti in croce e riuniti tra loro in racemi.
FRUTTI – sono delle silique di 5 mm di diametro che a maturità si aprono nelle due logge che contengono ciascuna otto-dieci semi ovali appiattiti.
RADICE – è di colore bianco giallastro, corposa, ma soprattutto allungate.
FOGLIE – quelle basali sono lunghe fino a 80 cm, di cui 30 cm sono rappresentati dal picciolo; il lembo è ovale-oblungo con il margine semplicemente dentato o crenato oppure profondamente inciso in lobi oblunghi. Quelle del fusto variano da quelle inferiori, che sono pennatifide con i lobi lineari, a quelle superiori che sono intere o appena dentate e di forma ellittica o lanceolato-lineare.
FIORI – compaiono all’inizio dell’estate: sono piccoli fiori bianchi con quattro petali disposti in croce e riuniti tra loro in racemi.
FRUTTI – sono delle silique di 5 mm di diametro che a maturità si aprono nelle due logge che contengono ciascuna otto-dieci semi ovali appiattiti.
RADICE – è di colore bianco giallastro, corposa, ma soprattutto allungate.
Usi
Fin dall'antichità erano note le notevoli proprietà racchiuse in questa pianta, oggi utilizzata come medicina per aumentare l’appetito, per le malattie gastrointestinali, del fegato, dei reni e della vescica, polmonari, infiammazione delle vie respiratorie superiori, gotta, reumatismi, radicolite, trattamento delle ferite purulente e cancro.
Per quanto riguarda la cucina , la salsa di Cren è una ricetta presente da tempo nella tradizione culinaria di varie regioni italiane, in particolare: Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Conosciuta e utilizzata anche all’estero (Austria, Ungheria,Germania ecc..), il suo sapore forte accompagna preparazioni a base di carne, come il bollito, il roast-beef, le carni alla griglia, ma anche il pesce e le uova.
Per quanto riguarda la cucina , la salsa di Cren è una ricetta presente da tempo nella tradizione culinaria di varie regioni italiane, in particolare: Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Conosciuta e utilizzata anche all’estero (Austria, Ungheria,Germania ecc..), il suo sapore forte accompagna preparazioni a base di carne, come il bollito, il roast-beef, le carni alla griglia, ma anche il pesce e le uova.
Storia e leggende
Non vi è certezza ma si ritiene che il suo uso terapeutico iniziò circa 2000 anni fa.
Nell’Antico Testamento, nel libro dell’Esodo, si narra che il rafano veniva usato nelle cene rituali pasquali per simboleggiare la durezza della schiavitù.
In Grecia, Demostene, filosofo vissuto nel IV secolo a.C., afferma che questa radice, che gli antichi usavano come pianta officinale, era un efficace afrodisiaco.
Questa credenza fu ripresa nei secoli successivi e popolarmente il rafano fu indicato come pianta che stimolava gli “appetiti di Venere”.
Anche altri autori romani citano questa piccante radice nei loro testi a testimoniare la sua fama nell’antichità.
Nell’Antico Testamento, nel libro dell’Esodo, si narra che il rafano veniva usato nelle cene rituali pasquali per simboleggiare la durezza della schiavitù.
In Grecia, Demostene, filosofo vissuto nel IV secolo a.C., afferma che questa radice, che gli antichi usavano come pianta officinale, era un efficace afrodisiaco.
Questa credenza fu ripresa nei secoli successivi e popolarmente il rafano fu indicato come pianta che stimolava gli “appetiti di Venere”.
Anche altri autori romani citano questa piccante radice nei loro testi a testimoniare la sua fama nell’antichità.
Riferimenti
https://futurbioerbe.wordpress.com/2012/08/28/cren-armoracia-rusticana/
https://it.wikipedia.org/wiki/Armoracia_rusticana
https://it.wikipedia.org/wiki/Armoracia_rusticana
Collection
Citation
Cinzia Guerriero, Gaia Brancati, Anna Feleppa, “Armoracia rusticana,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed November 22, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/416.