Rubus fruticosus

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Title

Rubus fruticosus

Creator

Anna Krajnik

Scheda botanica Item Type Metadata

Specie botanica

Rubus fruticosus

Nome comune

Rovo, more, blackberry

Etimologia

Il nome del genere deriva dal latino rubeo, rosso, per il colore dei frutti di alcune specie. L’epiteto specifico fruticosus deriva dal termine latino frutex (arbusto, cespuglio) a sottolineare l’aspetto cespuglioso e disordinato della pianta.

Ambiente

Specie comune in Europa e in Asia, introdotta anche in Nord America. Cresce spontaneamente nelle zone di montagna, prevalentemente nel sottobosco e ad altitudini non superiori ai 2000 metri sul livello del mare.

Caratteri botanici

FUSTO – dapprima eretto, quindi arcuato-ricadente; angoloso con le facce piane o solcato scanalate e ha la superficie, che può essere glabra o pelosa, pruinosa per la presenza di uno strato ceroso; è muniti di robusti aculei dilatati alla base, diritti nei fusti sterili, arcuati o falciformi in quelli fertili.
FOGLIE - picciolate, palmate sui ramoscelli sterili, le apicali con pezioli spinosi, hanno la lamina divisa in 3 segmenti ovali, dentati al margine, le nervature centrali portano piccole spine, la pagina superiore glabra, quella inferiore biancastra.
FIORI - sono riuniti in pannocchie terminali abbondantemente tomentose; il calice è composto da cinque sepali ovali e lungamente acuminati, i sepali sono riflessi, cioè ripiegati all'indietro; i cinque petali sono ovali, di colore rosa o biancastro.
FRUTTI – sono formati da piccole drupe tondeggianti, di colore nero-rossastro, contenenti ciascuna un piccolo seme rotondo. Le piccole drupe sono riunite insieme a formare una infruttescenza, la cosiddetta “mora”.

Usi

Presenta proprietà farmaceutiche astringenti, diuretiche, antinfiammatorie. I frutti che sono ricchi di zuccheri e vitamine, sono un ottimo alimento dietetico e vengono inoltre utilizzati come correttivi del sapore nell’ industria farmaceutica, per la preparazione di sciroppi, liquori, marmellate, gelatine, torte, gelati, sorbetti, per aromatizzare l’aceto e come coloranti per alimenti.

Storia e leggende

Ha origini nell’Africa meridionale e Virgilio così ne scrive: “è tempo di intessere canestri leggeri con virgulti di rovo”. Narra la leggenda che Satana, cacciato dai cieli, precipitò in un boschetto di rovi. Era l’11 ottobre, ed ogni anno in tal giorno il maledetto esce dall’inferno, e torna sulla terra per scagliare la sua maledizione contro il pungente cespuglio. Da questo momento le more non sono buone, perdono il sapore, si coprono di ragnatele e di muffa. Se volete quindi andare a raccogliere more, fatelo per tempo, perché non c’è gita che diverta di più, che renda allegri e felici.
Sacro a Saturno, maltrattato dal linguaggio dei fiori che gli attribuisce l’invidia, uno dei peccati capitali, il rovo è amato dai poeti, che lo ritengono degno di adornare il regno dei cieli.

Riferimenti

https://www.giardinaggio.it/frutteto/rovo/rovo.asp
http://www.fungoceva.it/erbe_ceb/rovo.htm
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/antica/orto-frutti/Rovo-di-more.html

Collection

Citation

Anna Krajnik, “Rubus fruticosus,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed November 5, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/422.