Helleborus foetidus

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Title

Helleborus foetidus

Creator

Matteo Molli

Scheda botanica Item Type Metadata

Specie botanica

Helleborus foetidus

Nome comune

Elleboro puzzolente, fetido

Etimologia

La denominazione del genere Helleborus è stata attribuita dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort ed è stata formata dall'unione di due parole greche il cui significato finale è: pietanza, nutrimento o cibo mortale. Altre etimologie sembrerebbero far riferimento ad una antica città greca famosa per curare la pazzia con una pianta di questo genere. Il nome specifico foetidus fa riferimento all'odore fetido della pianta.

Ambiente

Questa pianta cresce in un ambiente subatlantico o sub mediterraneo. Il substrato preferito è sia calcareo che misto (calcareo/siliceo) con pH basico-neutro e terreno a valori medi di nutrizione e leggermente secco.
Sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1000 m s.l.m. (raramente fino a 1800 m s.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare e montano.

Caratteri botanici

Questa pianta è di tipo erbacea, suffruticosa, con apparato radicale formato da grosse radici scure, fusti legnosi alla base, ramosi, striscianti poi eretti inguainati dalle foglie morte. Altezza 20÷60 cm.
Le foglie di colore verde molto scuro, persistenti, lungamente picciolate, le inferiori palmate, finemente suddivise in 3÷9 segmenti sottili, leggermente ricurvi a margine dentato, di dimensioni notevoli, sino a 30 cm. Verso l'apice del fusto le foglie sono intere e assumono aspetto di brattee.
Infiorescenza 3÷15 flora, i fiori ad apertura scalare sono campanulati, penduli, con 5 tepali obovati di colore verde acido e margine listato di colore purpureo.
I frutti sono follicoli, connati alla base, con rostro uncinato. Semi numerosi, nerastri, oblungo-ellissoidi, rugolosi, lunghi 3-5 mm, con eleosoma.

Usi

L’Elleboro è una pianta tossica per cui se ne sconsiglia vivamente l’utilizzo casalingo. Le foglie si possono usare come vermifughe e vescicatorie della pelle. Le sue proprietà cardiache, simili alla Digitale, non si possono sfruttare pienamente per la forte tossicità della pianta e, quindi, va somministrata con estrema cautela. Un tempo era considerata efficace contro l’epilessia e la mania depressiva, il cosiddetto Ballo di San Vito.
In veterinaria è utilizzata per preparare dei decotti da applicare in impacchi sulle ferite in via di cicatrizzazione degli animali.

Storia e leggende

L’elleboro era conosciuto e utilizzato dagli antichi come rimedio alla pazzia. Secondo una leggenda, inoltre, si narra che con la medicina ricavata dall’elleboro furono guarite dalla pazzia le figlie di Preto, re di Argo, che credevano di essere state tramutate in vacche. Nel mondo campestre, in Toscana, fino a qualche generazione fa, l’Elleboro era invece un ottimo alleato dei contadini perché si ottenessero in tempo utile pronostici sul raccolto. Si credeva, infatti, che le escrescenze floreali di questa pianta indicassero la qualità del futuro raccolto

Riferimenti

1)http://www.agrarioavezzano.gov.it/elleboro-puzzolente-storia-mito-e-scienza/
2)http://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?t=3096
3)https://it.wikipedia.org/wiki/Helleborus_foetidus

Collection

Citation

Matteo Molli, “Helleborus foetidus,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed November 21, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/576.