Helichrysum stoechas
Dublin Core
Title
Helichrysum stoechas
Creator
Favilla Camisa
Scheda botanica Item Type Metadata
Specie botanica
Helichrysum stoechas
Nome comune
Perpetuino profumato
Elicriso profumato
Tignamica
Goldy Luck
Immortelle
Semprevivo
Elicriso profumato
Tignamica
Goldy Luck
Immortelle
Semprevivo
Etimologia
- Il nome del genere deriva dal greco “hélios”, sole, e “khrysòs”, oro. Il nome specifico potrebbe derivare dal greco “stochades”, isole messe in fila, ossia le isole di fronte a Hyeres, dato che tale pianta è caratteristica delle zone mediterranee.
Ambiente
specie propria dell’Europa meridionale. Ama i luoghi aridi e sabbiosi e negli incolti, dal piano agli 800 metri. Cresce spontaneo in tutta Italia, arrivando fino a Croazia e Dalmazia.
Caratteri botanici
Pianta arbustiva, suffruticosa perenne alta 15 - 30 cm, con radice sottile, fusiforme, disposta orizzontalmente nel terreno, fusti legnosi ramificati formanti un denso pulvino basale, bianco-tomentosi per peli crespi formanti uno strato sottile, che nei fusti e nelle foglie alla fine tende a distaccarsi lasciando trasparire i parenchimi sottostanti. Odore aromatico gradevole.
Presenza di numerosi fascetti fogliari alla base delle foglie, coperto da un tomento bianco.
Foglie alterne, patenti, lineari filiformi, lunghe 15-35 mm e larghe 1 mm, con bordo completamente revoluto, tomentose, di colore grigio-verde o grigio-cenerino.
Fiori riuniti in capolini di circa 20 fiori l'uno, a loro volta inseriti in corimbi terminali densi spesso glomeruliformi di 16-30 elementi; capolini con involucro emisferico di squame glabre, irregolari, giallo-chiare, alla fine brune, le superiori acute; fiori lunghi 3,5 - 4 mm, di colore giallo chiaro, tutti di tipo tubuloso con tubo allargantesi nella metà superiore e 5 denti triangolari; stami inseriti nel tubo; ovario infero con stilo interno al tubo.
Frutto: achenio lungo 3-5 mm, di forma ovato-oblunga, con la superficie papillosa che si prolunga in un becco sottile. Fioritura: maggio-agosto.
Presenza di numerosi fascetti fogliari alla base delle foglie, coperto da un tomento bianco.
Foglie alterne, patenti, lineari filiformi, lunghe 15-35 mm e larghe 1 mm, con bordo completamente revoluto, tomentose, di colore grigio-verde o grigio-cenerino.
Fiori riuniti in capolini di circa 20 fiori l'uno, a loro volta inseriti in corimbi terminali densi spesso glomeruliformi di 16-30 elementi; capolini con involucro emisferico di squame glabre, irregolari, giallo-chiare, alla fine brune, le superiori acute; fiori lunghi 3,5 - 4 mm, di colore giallo chiaro, tutti di tipo tubuloso con tubo allargantesi nella metà superiore e 5 denti triangolari; stami inseriti nel tubo; ovario infero con stilo interno al tubo.
Frutto: achenio lungo 3-5 mm, di forma ovato-oblunga, con la superficie papillosa che si prolunga in un becco sottile. Fioritura: maggio-agosto.
Usi
Le foglie dell'elicriso forniscono un moderato aroma di curry e possono essere impiegate per insaporire risotti, minestre, carne di pollame e ripieni.
Dal punto di vista medicinale ha proprietà del tutto analoghe a quelle del più comune Helichrysum italicum (Roth) G.Don: antiallergiche, antinfiammatorie, antieritematose, fotoprotettive, espettoranti, anticatarrali, cicatrizzanti, antiepatotossiche, spasmolitiche, ipocolesterolizzanti, antibatteriche, antifungine, sudorifere, astringenti, antiasmatiche.
Contiene tannino, elicrisene, resina, elicrisina (sostanza colorante) mucillagine, un'essenza costituita da nerolo, pinene, fufurolo, linalolo, aldeide, isovalerianica; poi acidi ursolico e caffeico.
I fiori di Helichrysum stoechas sono ampiamente utilizzati, per la loro compattezza e il loro colore giallo che si mantiene a lungo, in composizioni di fiori secchi e nei pot-pourri.
E' utilizzabile anche come pianta tintoria.
Le sommità fiorite contengono: oli essenziali, flavonoidi, l’elicrisene, pinene, eugenolo, linaiolo, ftalidi, linalolo, un sesquiterpene azulogeno, scopoletina, nerolo, umbelliferone, piranoderivati, , acido caprilico, isovalerico e caffeico, tannini, cere, arenarina
Dal punto di vista medicinale ha proprietà del tutto analoghe a quelle del più comune Helichrysum italicum (Roth) G.Don: antiallergiche, antinfiammatorie, antieritematose, fotoprotettive, espettoranti, anticatarrali, cicatrizzanti, antiepatotossiche, spasmolitiche, ipocolesterolizzanti, antibatteriche, antifungine, sudorifere, astringenti, antiasmatiche.
Contiene tannino, elicrisene, resina, elicrisina (sostanza colorante) mucillagine, un'essenza costituita da nerolo, pinene, fufurolo, linalolo, aldeide, isovalerianica; poi acidi ursolico e caffeico.
I fiori di Helichrysum stoechas sono ampiamente utilizzati, per la loro compattezza e il loro colore giallo che si mantiene a lungo, in composizioni di fiori secchi e nei pot-pourri.
E' utilizzabile anche come pianta tintoria.
Le sommità fiorite contengono: oli essenziali, flavonoidi, l’elicrisene, pinene, eugenolo, linaiolo, ftalidi, linalolo, un sesquiterpene azulogeno, scopoletina, nerolo, umbelliferone, piranoderivati, , acido caprilico, isovalerico e caffeico, tannini, cere, arenarina
Storia e leggende
In mitologia, Elicrisa è la ninfa che diede il nome all’elicriso, perchè fu la prima a coglierlo.Secondo la leggenda, la pianta d’elicriso nasce da una bellissima ninfa dai capelli dorati, la quale amando non corrisposta un Dio, alla sua morte fu trasformata in elicriso dagli dei pietosi.Un antico proverbio dice: “Di fortuna resti intriso, chi si adorna di elicriso”. Un portafortuna, dunque, utile anche per propiziare incontri d’amore. Un mazzetto d’elicriso, lasciato essiccare tutto l’anno e poi fatto bruciare la notte di S.Giovanni, avrebbe permesso di conquistare la persona amata. Questa pianta è molto legata ai “rituali del fuoco” delle feste di San Giovanni. In alcune località della Sardegna ci si lavava le mani, al mattino della festa di San Giovanni, con l’acqua che, dalla sera prima, veniva preparata immergendovi mazzetti di questa pianta in numero dispari. In Gallura, durante la festa di San Giovanni, veniva utilizzato l’elicriso per alimentare i fuochi che venivano saltati dai ragazzi in coppia, maschio e femmina, tenendosi per mano, e così diventavano “cumpari e cumari de miccalori“, (compare e comare di fazzoletto).I sacerdoti greci e romani usavano incoronare le statue degli dei con questi fiori che “non si putrefanno mai”.
Riferimenti
http://www.centrovivai.com/helichrysum-italicum/
http://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?t=9604
http://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?t=9604
Collection
Citation
Favilla Camisa, “Helichrysum stoechas,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed November 21, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/575.