Silene vulgaris

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Title

Silene vulgaris

Creator

Giada Esposito

Scheda botanica Item Type Metadata

Specie botanica

Silene vulgaris

Nome comune

Bubbolini, Carletti, Crepaterra, Cuïn, Erba del cucco, Minuto, Schioppettini, Sciopet, Stridoli, Strigoli, Stringoli, Sgrizoi, Tagliatelle della Madonna, Verzuli, Grisol Sclopit, Lacfitt Farricelli, Cavolo lustro o bubbolo

Etimologia

Il primo termine del binomio ha un`etimologia controversa. Secondo alcuni discenderebbe da Silenòs, nome dato nella mitologia greca ad un essere semidivino, compagno del dio Dioniso e padre dei Satiri, per metà uomo e metà cavallo, con ventre rigonfio, in riferimento al calice fiorale della pianta, che si presenta panciuto; secondo altri deriverebbe dal greco sialon = saliva, muco, per la sostanza bianca e appiccicosa presente nel fusto e nel calice fiorale di molte altre specie dello stesso genere; secondo altri ancora discende da Selene = luna, in allusione a quelle specie del genere che aprono i fiori di notte. Il secondo termine deriva dal latino con il significato di comune, per l’ampia distribuzione della specie.

Ambiente

In Italia è comune in tutto il territorio, la si può trovare nei coltivi, sui detriti, negli incolti ai margini delle strade e aree antropizzate. Ama il caldo e i terreni calcarei e ricchi di azoto. Fiorisce da marzo ad agosto sino a 2.800 m.

Caratteri botanici

FUSTO - cespitosi e legnosi alla base, articolati con nodi ingrossati, che seccano quasi del tutto durante la stagione calda.
FOGLIE - sono opposte, in corrispondenza dei nodi, carnosette, lineari-lanceolate, di colore verde argenteo ; se stropicciate tra indice e pollice, esse emettono un particolare crepitio o sfrigolo.
FIORI - caratterizzati da un calice sub-cilindrico, rigonfio, con nervature verdastre, che ricorda una minuscola brocca o un palloncino fessurato.
FRUTTI - Il frutto è una capsula globoso–piriforme compresa col calice persistente e con una corona di denti apicali.

Usi

I teneri germogli che si asportano in primavera a una lunghezza di 5-6 cm, si fanno bollire per qualche minuto nell'acqua e si consumano come contorno a uova o altre pietanze, al pari dei più diffusi spinaci. Con gli stessi si confezionano risotti dal sapore delicatissimo, ma possono pure venire mescolati a frittate e minestre di stagione.
Per apprezzare la bontà del silene bisogna coglierlo per tempo, ossia prima che il germoglio prenda a indurire. Nel caso intendessimo utilizzarlo per risotti, si consiglia di cuocere il riso nell'acqua di bollitura del vegetale stesso: la pietanza ne acquisterà pregio e sapore.
La spiccatura non rovina la piantina che rigermoglia con facilità e in continuazione. Trovata la giusta fonte per i propri rifornimenti, è bene ricordare il luogo e non estirparla in modo di avere sempre verdura fresca.

Riferimenti

http://www.fungoceva.it/erbe_ceb/Silene_vulgaris.htm
http://www.dipbot.unict.it/alimurgiche/scheda.aspx?i=37
http://www.ifepadova.it/home/italiano/schede%20piante/officinali/Silene%20alba-Silene%20vulgaris.html
http://www.farmaciasangiorgio.ch/files/strigoli.pdf

Collection

Citation

Giada Esposito, “Silene vulgaris,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed November 22, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/600.