ACIDO SOLFORICO
Dublin Core
Title
ACIDO SOLFORICO
Creator
Camilla Bigotto
Contributor
Camilla Bigotto
Chimica Item Type Metadata
Denominazione
Acido solforico
IUPAC: Acido tetrossosolforico (VI)
Sulfuric acid
IUPAC: Acido tetrossosolforico (VI)
Sulfuric acid
Formula chimica
H2SO4
Formula di struttura
Proprietà fisico/chimiche
Il suo nome in nomenclatura IUPAC è acido tetrossosolforico (VI)
massa molecolare = 98.08 u.m.a
E’ un liquido inodore, incolore di consistenza oleosa con densità 1.8391 g/cm3 a 15 °C
temperatura di fusione 10.37 °C
temperatura di ebollizione 338 °C
L’acido solforico concentrato a caldo ossida metalli e non metalli ( Ag, Cu, Hg, P, S, C ) . Diluito e freddo attacca i metalli elettropositivi ( Zn, Mg, Fe) con sviluppo di H2.
Molto solubile in acqua, nel processo si solubilizzazione si produce molto calore.
massa molecolare = 98.08 u.m.a
E’ un liquido inodore, incolore di consistenza oleosa con densità 1.8391 g/cm3 a 15 °C
temperatura di fusione 10.37 °C
temperatura di ebollizione 338 °C
L’acido solforico concentrato a caldo ossida metalli e non metalli ( Ag, Cu, Hg, P, S, C ) . Diluito e freddo attacca i metalli elettropositivi ( Zn, Mg, Fe) con sviluppo di H2.
Molto solubile in acqua, nel processo si solubilizzazione si produce molto calore.
Stato naturale e diffusione
L'acido solforico si trova libero in natura nelle acque di fiumi e torrenti in vicinanza di regioni vulcaniche. In alcune sorgenti può raggiungere la concentrazione di alcune unità su 100. Si forma per ossidazione lenta dello zolfo all'aria favorita della luce solare e da alcuni microbi aerobici. Anche i solfuri metallici naturali, come la pirite, possono dare acido solforico per lenta ossidazione all'aria.
Processo produttivo
Industrialmente l'acido solforico si ottiene con due sistemi:
-metodo delle camere a piombo, che produce acìdo solforico di media concentrazione, il metodo è stato quasi abbandonato
-metodo catalitico o di contatto, che produce acido solforico concentrato e acido solforico fumante (oleum)
-metodo delle camere a piombo, che produce acìdo solforico di media concentrazione, il metodo è stato quasi abbandonato
-metodo catalitico o di contatto, che produce acido solforico concentrato e acido solforico fumante (oleum)
Utilizzi, applicazioni
L’acido solforico serve nella fabbricazione dei fertilizzanti, del carbonato di sodio, della maggior parte degli acidi inorganici e organici, degli esplosivi, delle sostanze coloranti, dei prodotti farmaceutici. Si adopera nella raffinazione del petrolio, nella saponificazione dei grassi per preparare saponi e candele, per la carta pergamenata. Serve inoltre a preparare i solfati di bario e di piombo per vernici, di sodio per la carta, di rame per gli insetticidi e gli allumi. L’oleum (acido solforico fumante) serve direttamente per colori, farmaci ed esplosivi e serve per concentrare l’acido di altra provenienza.
Cenni storici
La scoperta dell'acido solforico risale al IX secolo ed è attribuita ad un medico ed alchimista persiano, che lo ottenne per distillazione a secco di minerali contenenti ferro.
La produzione del vetriolo (acido solforico concentrato) si diffuse in Europa attraverso la traduzione degli scritti di fonte islamica, per questo l'acido solforico era noto agli alchimisti europei nel medioevo con nomi come olio di vetriolo o spirito di vetriolo.
Nel XVII secolo il chimico tedesco-olandese Glauber preparò l'acido solforico bruciando zolfo e salnitro in presenza di vapore acqueo. Joshua Ward, un farmacista londinese adottò questo metodo per una produzione su grossa scala nel 1736.
Nel 1746 a Birmingham John Roebuck iniziò a produrre industrialmente l'acido solforico sfruttando lo stesso metodo, ma operando in camere di piombo che erano più robuste, più grandi e meno costose dei recipienti di vetro usati fino ad allora. Questo processo a camere di piombo, successivamente adattato e rifinito negli anni, è rimasto per quasi due secoli il processo industriale più diffuso per produrre acido solforico.
Nel 1915 la tedesca BASF portò alla graduale sostituzione degli impianti a camera di piombo con impianti a contatto, questi ultimi fornivano al mercato circa un quarto della produzione totale di acido solforico, oggi ne forniscono la quasi totalità.
La produzione del vetriolo (acido solforico concentrato) si diffuse in Europa attraverso la traduzione degli scritti di fonte islamica, per questo l'acido solforico era noto agli alchimisti europei nel medioevo con nomi come olio di vetriolo o spirito di vetriolo.
Nel XVII secolo il chimico tedesco-olandese Glauber preparò l'acido solforico bruciando zolfo e salnitro in presenza di vapore acqueo. Joshua Ward, un farmacista londinese adottò questo metodo per una produzione su grossa scala nel 1736.
Nel 1746 a Birmingham John Roebuck iniziò a produrre industrialmente l'acido solforico sfruttando lo stesso metodo, ma operando in camere di piombo che erano più robuste, più grandi e meno costose dei recipienti di vetro usati fino ad allora. Questo processo a camere di piombo, successivamente adattato e rifinito negli anni, è rimasto per quasi due secoli il processo industriale più diffuso per produrre acido solforico.
Nel 1915 la tedesca BASF portò alla graduale sostituzione degli impianti a camera di piombo con impianti a contatto, questi ultimi fornivano al mercato circa un quarto della produzione totale di acido solforico, oggi ne forniscono la quasi totalità.
Note
Le proprietà corrosive dell'acido solforico sono accentuate dalla sua violenta reazione esotermica di dissociazione in acqua. Le bruciature causate dall'acido solforico sono potenzialmente più pericolose di ogni altro acido forte (ad esempio l'HCl), e a questo pericolo va aggiunto quello di disidratazione della pelle per il calore di dissociazione.
L'acido solforico non è considerato tossico oltre all'ovvia reazione di corrosione sui tessuti, tuttavia i vapori causano gravi irritazioni agli occhi, al tratto respiratorio e alle mucose: in ingenti quantità c'è anche il rischio di un violento edema polmonare, con danneggiamento dei polmoni.
L'acido solforico non è considerato tossico oltre all'ovvia reazione di corrosione sui tessuti, tuttavia i vapori causano gravi irritazioni agli occhi, al tratto respiratorio e alle mucose: in ingenti quantità c'è anche il rischio di un violento edema polmonare, con danneggiamento dei polmoni.
Riferimenti
https://www.chimicamo.org/chimica-fisica/acido-solforico-proprieta-e-processi-di-produzione-industriale.html
https://www.chimica-online.it/composti/acido-solforico.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Acido_solforico
https://www.chimica-online.it/composti/acido-solforico.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Acido_solforico
Collection
Citation
Camilla Bigotto, “ACIDO SOLFORICO,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed November 24, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/757.