ANTOINE HENRI BECQUEREL
Dublin Core
Title
ANTOINE HENRI BECQUEREL
Creator
Chiara Borghes
Contributor
Chiara Borghes
Scienziati Item Type Metadata
Nome completo
Antoine Henri Becquerel
Luogo e data di nascita
Parigi, 15 dicembre 1852
Luogo e data di morte
Le Croisic, 25 agosto 1908
Biografia
Antoine Henri Becquerel nacque a Parigi il 15 dicembre 1852 in una famiglia che, contando anche suo figlio Jean, ha visto quattro generazioni di scienziati, infatti sia il nonno, Antoine Cesar, che il padre, Aleksander Edmond, erano due fisici.
Il primo aveva compiuto studi nel campo dell’elettrolisi, mentre il secondo si era appassionato allo studio della fosforescenza e della radiazione solare.
Fin da piccolo Henri amava assistere agli esperimenti del padre ed andare in laboratorio con lui.
Incominciò i suoi studi al liceo Louis-le-Grand e, successivamente, entrò all’École Polytechnique, dove studiò scienza, e infine all’École Nationale des Ponts et Chaussées, dove studiò ingegneria. Nel 1877 ottenne il titolo di ingegnere e un posto di lavoro presso il Dipartimento Nazionale ponti e strade; parallelamente iniziò anche la sua carriera nell’insegnamento, all’École Polytechnique, al Conservatorio di Arti e Mestieri e fino ad occupare la cattedra di fisica al Dipartimento di Storia Naturale del Museo di Parigi, diventando il terzo Becquerel ad occupare questo posto.
Nel frattempo continuò gli studi, ottenendo il dottorato di ricerca alla Facoltà di Scienze di Parigi nel 1888.
I suoi primi lavori furono prevalentemente dedicati all’ottica, successivamente si dedicò alla rotazione della luce visibile polarizzata in campo magnetico, poi allo studio dello spettro infrarosso dei vapori metalmeccanici e infine all’assorbimento della luce nei cristalli, che portò nella sua discussione della tesi di dottorato nel 1888.
Nel 1874 Henri si sposò con Lucie Marie Zoè Jamin, che morì dando alla luce il loro primogenito: Jean; nel 1890 sposò Louise Désiree Lorieux.
Becquerel scoprì accidentalmente la radioattività nel 1896 mentre studiava la fluorescenza dei sali di uranio. Incoraggiato dal suo amico matematico e fisico Henri Poincaré, cercherà di determinare se il fenomeno avesse la stessa natura dei raggi X, scoperti da poco.
Lo scienziato cominciò a lavorare con dei sali di uranio che gli aveva donato il padre, questi sali, se esposti alla luce, emettevano luce fluorescente.
L’esperimento consisteva nel inerire all’interno di un involucro di carta nera che non lasciasse passare la luce delle lastre fotografiche e di mettere dei sali di uranio sull’involucro, e dopo aver esposto il tutto al sole sviluppare la lastra
anche se questa non era stata direttamente esposta alla luce, nello sviluppo comparivano le sagome dei cristalli.
Anche mettendo oggetti come monetine o varie forme di metallo tra il cristallo e la lastra, la forma dell’oggetto compariva nell’immagine.
Lo scienziato dedusse che i sali di uranio assorbissero la luce solare ed emettessero una radiazione in grado di attraversare la carta opaca e impressionare la pellicola.
Il 24 gennaio 1896 annunciò all’Accademia francese delle Scienze le sue scoperte.
La sua ricerca sarebbe dovuta continuare, ma una coltre di nubi coprì Parigi per molte settimane e Henri ripose in un cassetto la lastra che aveva preparato per l’esperimento successivo, la croce di metallo che avrebbe voluto impressionare sulla lastra e i sali di uranio.
Il 1 marzo aprì il cassetto e la sua curiosità gli fece sviluppare la lastra, lo scienziato non si aspettava altro che una debolissima immagine, e invece si ritrovò ad osservare un immagine incredibilmente nitida della croce di metallo.
Dunque la radiazione che oltrepassava l’involucro opaco non poteva che provenire dal composto di uranio stesso, dimostrando così che la proprietà non era dovuta all'assorbimento di radiazione solare.
Henri annunciò i suoi risultati il 2 marzo 1896, solo pochi giorni prima di Sylvanus Thompson che lavorava allo stesso argomento a Londra.
Nel 1901 dopo avere notato, sulla propria pelle, ustioni prodotte dalla manipolazione di ampolle contenenti sostanze radioattive, indagò insieme a Pierre Curie gli effetti dei raggi su cellule animali.
Nel 1903 condivise il Premio Nobel per la Fisica con Pierre e Marie Curie “in riconoscimento degli straordinari servizi che ha reso con la sua scoperta della radioattività spontanea”.
Morì a cinquantacinque anni a Le Croisic il 25 agosto 1908.
Il primo aveva compiuto studi nel campo dell’elettrolisi, mentre il secondo si era appassionato allo studio della fosforescenza e della radiazione solare.
Fin da piccolo Henri amava assistere agli esperimenti del padre ed andare in laboratorio con lui.
Incominciò i suoi studi al liceo Louis-le-Grand e, successivamente, entrò all’École Polytechnique, dove studiò scienza, e infine all’École Nationale des Ponts et Chaussées, dove studiò ingegneria. Nel 1877 ottenne il titolo di ingegnere e un posto di lavoro presso il Dipartimento Nazionale ponti e strade; parallelamente iniziò anche la sua carriera nell’insegnamento, all’École Polytechnique, al Conservatorio di Arti e Mestieri e fino ad occupare la cattedra di fisica al Dipartimento di Storia Naturale del Museo di Parigi, diventando il terzo Becquerel ad occupare questo posto.
Nel frattempo continuò gli studi, ottenendo il dottorato di ricerca alla Facoltà di Scienze di Parigi nel 1888.
I suoi primi lavori furono prevalentemente dedicati all’ottica, successivamente si dedicò alla rotazione della luce visibile polarizzata in campo magnetico, poi allo studio dello spettro infrarosso dei vapori metalmeccanici e infine all’assorbimento della luce nei cristalli, che portò nella sua discussione della tesi di dottorato nel 1888.
Nel 1874 Henri si sposò con Lucie Marie Zoè Jamin, che morì dando alla luce il loro primogenito: Jean; nel 1890 sposò Louise Désiree Lorieux.
Becquerel scoprì accidentalmente la radioattività nel 1896 mentre studiava la fluorescenza dei sali di uranio. Incoraggiato dal suo amico matematico e fisico Henri Poincaré, cercherà di determinare se il fenomeno avesse la stessa natura dei raggi X, scoperti da poco.
Lo scienziato cominciò a lavorare con dei sali di uranio che gli aveva donato il padre, questi sali, se esposti alla luce, emettevano luce fluorescente.
L’esperimento consisteva nel inerire all’interno di un involucro di carta nera che non lasciasse passare la luce delle lastre fotografiche e di mettere dei sali di uranio sull’involucro, e dopo aver esposto il tutto al sole sviluppare la lastra
anche se questa non era stata direttamente esposta alla luce, nello sviluppo comparivano le sagome dei cristalli.
Anche mettendo oggetti come monetine o varie forme di metallo tra il cristallo e la lastra, la forma dell’oggetto compariva nell’immagine.
Lo scienziato dedusse che i sali di uranio assorbissero la luce solare ed emettessero una radiazione in grado di attraversare la carta opaca e impressionare la pellicola.
Il 24 gennaio 1896 annunciò all’Accademia francese delle Scienze le sue scoperte.
La sua ricerca sarebbe dovuta continuare, ma una coltre di nubi coprì Parigi per molte settimane e Henri ripose in un cassetto la lastra che aveva preparato per l’esperimento successivo, la croce di metallo che avrebbe voluto impressionare sulla lastra e i sali di uranio.
Il 1 marzo aprì il cassetto e la sua curiosità gli fece sviluppare la lastra, lo scienziato non si aspettava altro che una debolissima immagine, e invece si ritrovò ad osservare un immagine incredibilmente nitida della croce di metallo.
Dunque la radiazione che oltrepassava l’involucro opaco non poteva che provenire dal composto di uranio stesso, dimostrando così che la proprietà non era dovuta all'assorbimento di radiazione solare.
Henri annunciò i suoi risultati il 2 marzo 1896, solo pochi giorni prima di Sylvanus Thompson che lavorava allo stesso argomento a Londra.
Nel 1901 dopo avere notato, sulla propria pelle, ustioni prodotte dalla manipolazione di ampolle contenenti sostanze radioattive, indagò insieme a Pierre Curie gli effetti dei raggi su cellule animali.
Nel 1903 condivise il Premio Nobel per la Fisica con Pierre e Marie Curie “in riconoscimento degli straordinari servizi che ha reso con la sua scoperta della radioattività spontanea”.
Morì a cinquantacinque anni a Le Croisic il 25 agosto 1908.
Attestati
- L’unità SI per la radioattività è stata chiamata il becquerel (Bq) in suo onore.
- a lui fu intitolata anche la specie minerale becquerelite
- Nel 1905 gli fu conferita la Barnard Medal dalla US National Academy of Sciences.
- Fu eletto vicepresidente dell’Accademia nel 1906
- nel 1908, anno della sua morte, Becquerel fu eletto segretario permanente dell’Académie des Sciences.
- a lui fu intitolata anche la specie minerale becquerelite
- Nel 1905 gli fu conferita la Barnard Medal dalla US National Academy of Sciences.
- Fu eletto vicepresidente dell’Accademia nel 1906
- nel 1908, anno della sua morte, Becquerel fu eletto segretario permanente dell’Académie des Sciences.
Pubblicazioni
i principali scritti da Becquerel furono:
- Cours de physique. Ecole Polytechnique, 1ère division, 2e année d’études (1897-1900)
- Cours de Physique. Ecole Polytechnique, 2e division (1894-1901)
- Recherches sur les variatinos des spectres d’absorption dans les cristaux (1888)
- Electro-Chimie (1882)
- Travaux de physique optique et de radiographie (1896-1900)
- Sur le rayonnement de l’uranium et sur diverses propriétés physiques du rayonnement des corps radioactifs (1900)
- Sur une propriété nòuvelle de la matière, la radio-activité: Conférence faite à Stockholm le 11 décembre 1903
- Cours de physique. Ecole Polytechnique, 1ère division, 2e année d’études (1897-1900)
- Cours de Physique. Ecole Polytechnique, 2e division (1894-1901)
- Recherches sur les variatinos des spectres d’absorption dans les cristaux (1888)
- Electro-Chimie (1882)
- Travaux de physique optique et de radiographie (1896-1900)
- Sur le rayonnement de l’uranium et sur diverses propriétés physiques du rayonnement des corps radioactifs (1900)
- Sur une propriété nòuvelle de la matière, la radio-activité: Conférence faite à Stockholm le 11 décembre 1903
Curiosità
- a Henri sono dedicati un cratere sulla Luna e uno su Marte
Riferimenti
- https://it.wikipedia.org/wiki/Antoine_Henri_Becquerel - https://scienzapertutti.infn.it/rubriche/biografie/832-henri-becquerel
- https://www.aif.it/fisico/henri-antoine-becquerel/
- https://www.arciatea.it/15-dicembre-1852-antoine-henri-becquerel/
- https://it.qwe.wiki/wiki/Henri_Becquerel#Honors_and_awards
- https://www.aif.it/fisico/henri-antoine-becquerel/
- https://www.arciatea.it/15-dicembre-1852-antoine-henri-becquerel/
- https://it.qwe.wiki/wiki/Henri_Becquerel#Honors_and_awards
Collection
Citation
Chiara Borghes, “ANTOINE HENRI BECQUEREL,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed December 26, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/965.