Ricevitori telefonici

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Dublin Core

Title

Ricevitori telefonici

Creator

Simone Salvato

Contributor

Simone Salvato

Strumenti scientifici Item Type Metadata

Eventuali altre denominazioni

Telefono di Meucci

Costruttore, modello, periodo

Antonio Meucci; 1871; Ricevitori telefonici montati su legno

Dimensioni, peso, materiali

Legno; 500 g; 25X5 cm

Descrizione

All'interno del ricevitore, in una piccola custodia di legno,è contenuta una barretta d’acciaio magnetizzata ad un’estremità della quale è avvolto un rocchetto di filo di rame ben isolato, i cui capi sono in comunicazione con due serrafili esterni. Di fronte al rocchetto si trova una sottile lamina di ferro applicata, col proprio bordo, contro la custodia e tenuta in posizione da un coperchio di legno lavorato a forma d’imbuto, con un’apertura centrale che viene avvicinata alla bocca quando si vuole parlare e all’orecchio per ascoltare. L’apparecchiatura ricetrasmittente completa consiste in due apparecchi identici che servivano ugualmente da trasmettitore e da ricevitore.

Principio di funzionamento

Gli impulsi dati dalla voce di chi parla all’imboccatura fanno vibrare la lamina, allontanandola o avvicinandola al polo della calamita; in tal modo si genera in esso una serie di correnti sincrone con le vibrazioni sonore. Le correnti indotte nel primo apparecchio vengono trasmesse, tramite un circuito esterno, ad un secondo apparecchio, identico al primo, che funge da ricevitore. La corrente inviata produce analoghe vibrazioni della membrana metallica, consentendo la riproduzione della voce, che risulta però indebolita a causa della perdita di energia elettrica dovuta alla resistenza del filo. Per tale motivo l’apparecchiatura non poteva essere usata per una comunicazione a grande distanza.

Utilizzo

Non potendo essere usata per una comunicazione a grande distanza, questo tipo di telefono veniva impiegato per impianti interni, quali quelli degli stabilimenti, degli alberghi e delle banche.

Note storiche

Antonio Meucci/ Alexander Graham Bell.
Famosa è la prima fatidica frase trasmessa per telefono da Meucci al suo aiutante "Mr. Watson, come here."

La storia sull'invensione del telefono è alquanto controversa e densa di equivoci . Dal 1876, anno in cui venne presentato il brevetto, fino al 2002, si è a lungo dibattuto sulla sua paternità. Chi la riteneva un' invenzione dell'americano Alexander Graham Bell, chi invece dell'italiano Antonio Meucci.
Per oltre un secolo l’invenzione di questo apparecchio è stata attribuita, erroneamente, a Bell.
In realtà, già nel 1854 Meucci realizzò il primo prototipo di telefono da lui chiamato 'telettrofono' e che utilizzò all’interno della sua abitazione cubana per poter comunicare con la moglie costretta a letto da una malattia. Purtroppo, brevettare l’invenzione aveva costi elevati che Meucci non poteva sostenere a causa delle precarie condizioni finanziarie in cui versava.
Solo nel 1871, trasferitosi a New York dove aveva aperto una fabbrica di candele, l’inventore italiano riuscì a trovare i soldi necessari per ottenere un brevetto provvisorio per il suo telettrofono che, tuttavia, necessitava di un rinnovo annuale del costo di 10 dollari. Purtroppo, Meucci riuscì a sostenere le spese del rinnovo solo fino al 1873.
Tre anni dopo, precisamente il 7 marzo 1876, l’americano Alexander Graham Bell inventore e professore all’Università di Boston, venuto probabilmente in possesso dei disegni di Meucci, presentò e depositò il brevetto di un apparecchio del tutto identico al telettrofono e a cui Bell dette il nome di telefono.
Meucci non riuscì a sostenere finanziariamente la causa intentata nei confronti di Bell ricordato così, per oltre un secolo, come il padre del telefono soprattutto negli Stati Uniti. Ma finalmente,l’11 giugno del 2002, il Congresso degli Stati Uniti d’America ha ufficialmente attribuito l’invenzione del telefono ad Antonio Meucci.

Citation

Simone Salvato, “Ricevitori telefonici,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed November 24, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/295.