Ruta chalepensis
Dublin Core
Title
Ruta chalepensis
Creator
Cadin Sofia
Scheda botanica Item Type Metadata
Specie botanica
Camefita suffruticosa
Nome comune
Ruta d'Aleppo
Etimologia
Il nome generico deriva dal greco 'ryté' e questo da 'rýomai' (io curo, io preservo) in riferimento alle proprietà medicinali; il nome specifico si riferisce ad Aleppo, città della Siria.
Ambiente
La ruta d’Aleppo è una specie a distribuzione mediterranea presente in Liguria e in tutte le regioni dell’Italia centrale, meridionale e insulare. Cresce in ambienti rupestri, sui muri, nei prati aridi, nelle garighe e nelle macchie aperte, di solito in siti soleggiati, anche in ambienti disturbati presso gli abitati, nella fascia mediterranea.
Caratteri botanici
Sempreverde dal forte odore aromatico sgradevole, con fusti fino a 70 cm, legnosi e ramosi sin dalla base, ascendenti che si espandono con le ramificazioni erbacee dell'anno.Le foglie sono alterne, di colore verde-grigio cinerino, sono 2-3pennatosette, con segmenti oblanceolati, obovato-lanceolati o oblunghi. Le superiori sessili mentre le inferiori dotate di breve peduncolo.
I fiori profumati, ermafroditi, portati da peduncoli lunghi quanto o poco più del coccario sono raccolti in infiorescenze a cimosa aperta e pauciflora. Brattee glabre, obovato-lanceolate con la base subrotonda ed apice acuto, poste alla base delle ramificazioni che superano da 2 a 6 volte in larghezza. Sepali e petali 4 ( ma anche qualche volta 5 nei fiori centrali), vistosi, di colore giallo zafferano, con il margine involuto e caratteristicamente sfrangiato in lacinie filiformi lunghe quanto la metà del lembo. I frutti sono coccari, frutti multipli formati da 4 o 5 carpelli inizialmente concresciuti che a maturità si separano e si aprono per lasciare uscire i semi brunastri e grossolanamente verrucosi
I fiori profumati, ermafroditi, portati da peduncoli lunghi quanto o poco più del coccario sono raccolti in infiorescenze a cimosa aperta e pauciflora. Brattee glabre, obovato-lanceolate con la base subrotonda ed apice acuto, poste alla base delle ramificazioni che superano da 2 a 6 volte in larghezza. Sepali e petali 4 ( ma anche qualche volta 5 nei fiori centrali), vistosi, di colore giallo zafferano, con il margine involuto e caratteristicamente sfrangiato in lacinie filiformi lunghe quanto la metà del lembo. I frutti sono coccari, frutti multipli formati da 4 o 5 carpelli inizialmente concresciuti che a maturità si separano e si aprono per lasciare uscire i semi brunastri e grossolanamente verrucosi
Usi
Lo studio,basato su interviste alle popolazioni locali, ha
messo in evidenza che piante di questa specie sono
tuttora utilizzate nella medicina popolare, in veterinaria
e in riti tradizionali.La pianta, un tempo considerata quasi come una panacea, è tossica per il contenuto in furocumarine e rutarine e per gli alcaloidi chinolonici presenti nell’olio essenziale dall’odore sgradevole; assunta a dosi eccessive provoca gravi disturbi, con esiti anche letali. Gli olii essenziali possono provocare reazioni fotoallergiche in persone sensibili che hanno toccato la pianta in giorni assolati. Oggi la Ruta è usata sopratutto in campo medico e alimentare.
messo in evidenza che piante di questa specie sono
tuttora utilizzate nella medicina popolare, in veterinaria
e in riti tradizionali.La pianta, un tempo considerata quasi come una panacea, è tossica per il contenuto in furocumarine e rutarine e per gli alcaloidi chinolonici presenti nell’olio essenziale dall’odore sgradevole; assunta a dosi eccessive provoca gravi disturbi, con esiti anche letali. Gli olii essenziali possono provocare reazioni fotoallergiche in persone sensibili che hanno toccato la pianta in giorni assolati. Oggi la Ruta è usata sopratutto in campo medico e alimentare.
Storia e leggende
La storia della ruta o meglio la leggenda, ci ricorda che Mercurio fornì la ruta ad Ulisse per vincere i veleni di Circe. Anticamente la ruta era ritenuta dotata di magici poteri, utili in particolare per liberarsi dagli spiriti maligni. Anche i druidi ed i saraceni ritenevano sacra questa pianta. Ippocrate e Teofrasto rispettivamente grande medico e botanico dell'antichità, attribuirono grandi virtù terapeutiche a questa pianta così coltivata fin dai tempi più antichi. Ritenevano questi illustri progenitori, che la ruta calmasse gli antichi epilettici, rinfrescasse la vista ed infine impedisse la procreazione. Tra gli autori più famosi, che ha qualche tipo hanno parlato della ruta è opportuno ricordare oltre al grande naturalista Plinio, Columella, Verrone, Cicerone, Anicio. La presenza di questa pianta tiene lontane le vipere. All' Elba, fino a qualche tempo fa, si regalava spesso un vaso di ruta, così come oggi si regala un vaso di ciclamini. Però la padrona di casa che riceveva il dono doveva in qualche modo "arrufianarsi" alla piantina che, secondo la tradizione popolare, una volta entrata in casa, poteva portare bene o male; tutto dipendeva dal modo in cui si accoglieva. Per tanto era ben rivolgerle subito un saluto del genere: "Buongiorno signora ruta! Ma come sei carina signora ruta! Accomodati signora ruta! Ben venuta signora ruta.
Riferimenti
http://dryades.units.it/asinara/index.php?procedure=taxon_page&id=2988&num=6001
Collection
Citation
Cadin Sofia, “Ruta chalepensis,” __Cosmic_Noise__e-learning_for_science__, accessed November 22, 2024, http://cosmicnoise.it/o/items/show/570.